La primavera, caratterizzata dal clima mite e dai colori dei fiori, porta con sé numerosi cambiamenti sia nel corpo che nella mente.
Pertanto, è necessario prendersi cura di se stessi per affrontare al meglio tutto ciò che avverrà.
Questa, inoltre, è la stagione giusta per spalancare le finestre, lasciar entrare aria fresca e praticare un po’ di sana attività fisica, per prepararsi alla sfida più difficile dell’anno: la prova costume!
Come possiamo sostenere al meglio il nostro corpo, i nostri muscoli nell’attività fisica?
Alla base ci deve essere sempre un’alimentazione equilibrata caratterizzata da frutta e verdura: alimenti con azione depurativa ed antiossidante, variegati, gustosi e colorati grazie ai ricchi di pigmenti di cui si compongono.
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Tra questi pigmenti c’è l’astaxantina appartenente alla famiglia dei carotenoidi: il pigmento rosso che dà il colore a salmone, gamberetti e fenicotteri.
Abbiamo già parlato dell’astaxantina nei precedenti articoli soffermandoci, in particolare, sulle sue naturali proprietà antiossidanti capaci di contrastare i radicali liberi.
La capacità dell’astaxantina di neutralizzare l’ossigeno singoletto (radicale che funge da calamita di elettroni, tossina della cellula) ha suscitato l’interesse dei ricercatori; per questo motivo, vengono condotti studi scientifici sempre più numerosi per valutarne le proprietà.
L’astaxantina viene integrata naturalmente nell’alimentazione mediante frutti di mare come gamberetti, aragoste, merluzzo, sgombro, salmone o altri pesci rossi.
La molecola di astaxantina è molto simile a quella del beta-carotene, il pigmento presente in maggioranza nella verdura (per eccellenza nelle carote), con alcune differenze nelle proprietà chimiche e biologiche.
Diversi studi hanno confrontato l’attività antiossidante dell’astaxantina con quella di altri carotenoidi. Uno studio ha rilevato che l’astaxantina ha neutralizzato l’ossigeno singoletto due volte più efficacemente del beta-carotene (e quasi 80 volte più efficacemente della vitamina E) in soluzione chimica.
Tra le varie potenzialità della molecola astaxantina c’è la capacità di migliorare le prestazioni atletiche e di recupero degli sforzi fisici: resistenza allo sforzo, riduzione del livello di acido lattico, accelerazione della combustione dei grassi.
La resistenza è quella capacità fisica che permette di sostenere un determinato sforzo il più a lungo possibile. Tale abilità rispecchia l’efficienza dei sistemi energetici implicati nell’esecuzione del gesto motorio; per essere eseguito, infatti, qualsiasi movimento richiede una certa quantità di ATP (moneta energetica dell’organismo) distribuita in un certo lasso di tempo.
L’energia della molecola ATP è racchiusa nei i legami tra i tre gruppi fosfato.
Ma come si produce l’ATP?
In condizioni di riposo od esercizio fisico moderato la sintesi di ATP è garantita dal metabolismo aerobico: avviene nei mitocondri cellulari in presenza di ossigeno, utilizzando due substrati energetici, i carboidrati ed i grassi.
Avere più energia a disposizione significa mantenere più a lungo lo sforzo senza cali prestativi; in poche parole, energia è sinonimo non solo di potenza, ma anche di resistenza.
- Nel primo caso, dall’acido piruvico prodotto dalla trasformazione del glucosio, viene ricavata una grande quantità di ATP (36 molecole di ATP).
- Nel secondo caso, attraverso il catabolismo degli acidi grassi, che vengono liberati nel torrente ematico durante l’attività fisica, si ricava una quantità di ATP di gran lunga maggiore a tutti gli altri meccanismi energetici (da una singola molecola di acido grasso con 18 atomi di carbonio si ricavano 147 molecole di ATP).
La cellula muscolare ha a disposizione riserve limitate di ATP (2,5 g/Kg di muscolo, per un totale di circa 50g), tali riserve sono sufficienti soltanto per lavori massimali della durata di circa 1 secondo. Il nostro organismo ha comunque a disposizione dei sistemi energetici che gli permettono di risintetizzare continuamente ATP: le cellule muscolari sono ricche di mitocondri, (li possiamo definire centrali elettriche della cellula) e ha depositi di ATP sotto forma di creatina-fosfato.
Il meccanismo aerobico funziona a patto che l’apporto di ossigeno sia garantito. Infatti, all’aumentare dell’intensità dell’esercizio fisico avviene rapidamente il passaggio al meccanismo anaerobico alattacido.
Cosa si intende per meccanismo anaerobico alattacido?
La cellula non va a produrre acido lattico, ma continua a produrre ATP tramite la cratina-fosfato.
Quest’ultima si forma nel muscolo a riposo associando ad una molecola di creatina una molecola di fosfato inorganico. Quando il corpo necessità immediatamente di grandi quantità di energia la creatina-fosfato dona il suo gruppo fosfato alla ADP, formando l’ATP.
Le riserve di creatina-fosfato si esauriscono rapidamente (circa 4-5 secondi). Tali riserve variano comunque da soggetto a soggetto ed aumentano con l’allenamento.
Quando si fa sport, le cellule muscolari sono in piena attività: bruciano più zuccheri, grassi ed utilizzano le riserve di creatina-fosfato.
Tutto ciò crea maggiori radicali liberi (stress ossidativo) e riduce i livelli di ossigeno nella cellula, che porta alla produzione di acido lattico. La diminuzione di ossigeno fa sì che la cellula da un metabolismo aerobico passa ad un metabolismo anaerobico lattacido. L’accumulo di acido lattico, infatti, determina la cessazione dell’esercizio.
L’acido lattico inizia ad accumularsi nei muscoli e nel sangue quando la velocità di sintesi supera la velocità di smaltimento. Approssimativamente, tale condizione si innesca quando durante un esercizio fisico intenso la frequenza cardiaca supera l’80% (per i non allenati) ed il 90% (per i più allenati) della frequenza cardiaca massima.
Dove va ad agire l’astaxantina? Come fa a migliorare le prestazioni atletiche e di recupero degli sforzi fisici?
Abbiamo detto che il muscolo utilizza come primo carburante il glucosio nel sangue.
Somministrando l’astaxantina pre-allenamento e misurando le concentrazioni glicemiche al termine dell’esercizio, sono stati sorprendentemente rilevati valori di glucosio e di glicogeno (tanto epatico quanto muscolare) ben maggiori alla norma.
Di converso, sono stati registrati aumenti di livelli di acidi grassi nel sangue, che invece normalmente risultano bassi in quello stesso arco di tempo di allenamento proprio perché di solito è il glucosio ad essere utilizzato come fonte energetica.
A conferma di ciò, il trattamento con astaxantina si è accompagnato ad una significativa diminuzione dell’accumulo di grasso corporeo.
- In primo luogo, l’astaxantina aumenta l’utilizzazione di acidi grassi come fonte di energia e perciò risparmia il glicogeno, che potrebbe così fornire un importante vantaggio per le fasi successive di esercizio ritardando la comparsa dei sintomi di affaticamento.
- In secondo luogo, la somministrazione di astaxantina ha evidenziato minore produzione di acido lattico, ciò significa meno carboidrati utilizzati durante l’esercizio, a ulteriore conferma di quanto sopra detto.
- In terzo lugo l’astaxantina attenua i danni indotti dall’esercitazione nei muscoli e nel cuore, tra cui una dannosa infiltrazione di neutrofili. I tessuti e le cellule muscolari, quando sono sotto sforzo come durante un’attività sportiva aerobica intensa, vanno incontro a notevoli consumi di ossigeno e un importante carico metabolico; quest’ultimo, per ragioni fisiologiche, genera radicali liberi (ossigeno singoletto) in eccesso che possono danneggiare i tessuti ed agire negativamente sulla performance fisica.
In conclusione, l’astaxantina può ridurre i tempi di recupero, oltre ad apportare giovamento in patologie come tendiniti, dolori muscolari e articolari, con significativa diminuzione della sofferenza e maggiore mobilità articolare. I benefici si rendono evidenti anche a livello del tono muscolare ed articolare, oltre che sulla compattezza della pelle.
DUNQUE…
Oltre ai plurimi effetti antiossidanti, l’astaxantina è in grado di intervenire sulle succitate cause della fatica e dei danni post-allenamento, ritardandone la comparsa e migliorando in ultimo la prestazione ed il recupero. Il tutto accompagnato da una diminuzione di grasso corporeo.
La molecola è stata sottoposta a numerosi test per valutarne la tollerabilità e l’eventuale tossicità, dai quali non è emerso alcun effetto collaterale, ragione per cui è lecito ritenerla estremamente affidabile.
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